Favorire una gestione consapevole del pioppo e migliorarne i diversi utilizzi in Italia è l’obiettivo principe di PioppOk, comitato tecnico creato da ConLegno, il Consorzio servizi legno e sughero che ha dato vita al nuovo marchio di qualità “100% Poplar Made in Italy”. Una mission ben definita, come si vede, che si propone di diffondere un corretto impiego di questa pianta e della sua intera filiera con un’attenzione particolare alla tutela dell’ambiente.
L’industria legata al pioppo in effetti è una realtà prestigiosa, potente e strategica per la nostra economia, la pioppicoltura è uno dei settori di maggiore interesse per le industrie del legno italiane, soprattutto in seguito alla diffusione di nuovi tipi colturali altamente produttivi e dotati di una buona resistenza alle intemperie e alle avversità. «Le filiere basate sull’utilizzo del legno di pioppo e dei suoi derivati rappresentano per l’Italia un’eccellenza ampiamente riconosciuta anche a livello internazionale – fanno sapere da Conlegno –. Il sistema Italia relativo al pioppo, infatti, unisce molti distretti produttivi tra cui l’industria del mobile e della carta, il comparto dei compensati, il mondo dell’imballaggio in legno e quello della produzione di energia. Per tutti questi settori, la pioppicoltura è il bacino ideale di fornitura di materia prima e assume un’importanza vitale soprattutto se si considera che il nostro paese importa più dei tre quarti del legno che consuma. Attualmente, infatti, la superficie coltivata a pioppo copre circa 65 mila ettari contro una domanda di 3,1 milioni di tonnellate pari a circa 140 mila ettari».
Allo stesso tempo la pioppicoltura italiana è attraversata da una serie di criticità. «Da un lato si avverte sia una forte pressione ambientalista, che ha portato alla sottrazione di terreni alla pioppicoltura in favore di parchi e riserve naturali, sia uno scarso riconoscimento dei benefici ambientali del pioppo, tra cui spicca l’importante ruolo nell’assorbimento di CO2 – avvisa il direttivo di Conlegno –. Dall’altro lato, invece, c’è una politica agricola che ha penalizzato la pioppicoltura, con una progressiva erosione degli incentivi ad essa riservati e una diminuzione delle superfici destinate al pioppo, che oggi occupano solamente l1,3% del territorio nazionale».
La situazione paradossale vede quindi un continuo aumento della domanda di legno di pioppo per uso industriale ma anche una costante contrazione delle superfici pioppicole coltivate. Di fronte a questa contraddizione il comitato tecnico PioppOk al quale oltre a Conlegno aderiscono Assopannelli, l’associazione di FederlegnoArredo che riunisce i fabbricanti di pannelli e di semilavorati in legno, la Confederazione nazionale agricoltura (Cna), l’Associazione pioppicoltori italiani (Api) e l’Istituto sperimentale di pioppicoltura di Casale Monferrato (Isp) si propone, tra le finalità, di creare una piattaforma di scambio informativo tra tutti gli attori della filiera e di diffondere una vera e propria cultura della materia prima pioppo e delle sue molteplici funzionalità. «100% Poplar Made in Italy è la conferma che il rilancio della filiera del pioppo è possibile – spiega Nicoletta Azzi, coordinatrice del Comitato Tecnico PioppOk –. Con questa iniziativa puntiamo quindi a dare la giusta dignità a un materiale che rappresenta un’eccellenza mondiale e che, grazie alla capacità e alla costante innovazione dell’industria manifatturiera italiana, che ne sa esaltare le qualità e le peculiarità, può essere trasformato in prodotti per i più svariati settori: dall’edilizia ai mobili, dai trasporti ai mezzi ricreativi, dal settore navale agli allestimenti, dai giochi al fai da te. Prodotti che per la loro leggerezza, la loro qualità, la loro ecologicità e sostenibilità ambientale continuano ad avere spazi di apprezzamento e di crescita anche nei mercati esteri».