Categoria: Energia

Batterie Tesla Powerwall 2: nuovissimi sistemi di accumulo per fotovoltaico

Tesla ha dato inizio, a partire dal 2017, alla vendita di Powerwall 2, nuovo sistema di accumulo domestico che è utilizzabile con un impianto fotovoltaico, oltre a permettere la ricarica dei veicoli elettrici. I clienti potranno facilmente acquistare direttamente dal sito ciò di cui hanno bisogno, senza distributore, senza intermediario. Questa è solo l’ultima idea realizzata dall’azienda di Elon Musk che opera nel mercato delle batterie grazie alla collaborazione con Gigafactory. Quest’ultima è una grande fabbrica al litio che, a partire dal 2018, conta di far crollare i costi delle batterie, così da sostenere la diffusione delle energie rinnovabili. Scopriamo insieme ulteriori dettagli legati a Powerwall 2!

Le novità di Tesla Powerwall 2

La nuova Powerwall 2 è la batteria al litio che aiuterà il tuo impianto fotovoltaico ad accumulare energia elettrica. L’accumulatore fotovoltaico potrà essere poi utilizzato in un secondo momento, quando vi sarà il reale bisogno. Rispetto alla prima generazione di batterie, Powerwall 2 ha il doppio della capacità e si adatta al meglio agli impianti di abitazioni sia di grandi che di piccole dimensioni. Tale discorso vale anche per le aziende, che potranno così riuscire a raggiungere massima indipendenza. Abbinando il fotovoltaico al nuovo sistema Tesla, ogni casa o impresa riuscirà ad alimentarsi con una rete elettrica personale, riducendo altamente il consumo di combustibili fossili.

Sarà possibile utilizzare questa batteria intelligente andando a controllare il consumo di energia solare sempre in tempo reale. Potrai anche ricevere una notifica nel momento in cui la Powerwall 2 si appresta ad affrontare condizioni di maltempo.

Powerwall 2 per auto elettriche

Questa batteria, sostenendo l’idea e l’attività primaria della stessa azienda, è ottimale per poter essere usata su più fronti. Usando l’energia generata dalla tua impiantistica fotovoltaica potrai anche caricare, per esempio nel cuore della notte, la tua auto elettrica e qualsiasi mezzo di trasporto che funzioni con l’uso di batterie. Il più grande vantaggio è legato proprio ai bassi consumi dell’impianto fotovoltaico: la percentuale consumata dell’energia prodotta è mediamente pari al 30 – 40%. In questo modo si evitano gli sprechi, ogni ricarica è sicura e l’energia è completamente tua, al 100%.

Siemens, la domanda di energia crescerà del 3% annuo da qui al 2020

29La domanda di energia, su scala globale, è destinata ad aumentare quasi del 3% allanno, entro il 2030. Complessivamente, questa crescita moderata farà sì che la domanda di energia aumenti di oltre la metà rispetto ai livelli attuali da qui al 2030. Se, come previsto, verranno realizzati nuovi impianti di produzione di energia, le relative emissioni di CO2 aumenterebbero di un quarto ossia di 3.500 megatonnellate. Questi sono i risultati di uno studio recentemente pubblicato da Siemens e dal professor Horst Wildemann della Technical University di Monaco di Baviera. «Se le centrali elettriche a carbone venissero sostituite, su larga scala, da centrali a gas, entro il 2030, le emissioni di CO2 nel settore energetico potrebbero ridursi anche del 5% rispetto ai livelli attuali – afferma Wildemann –. Certo, sarebbe illusorio sostituire ora tutte le centrali a carbone con quelle a gas ma le potenzialità individuate sono davvero impressionanti, continua Wildemann. Le emissioni globali di CO2 che ogni anno potrebbero essere eliminate interrompendo la produzione di energia dal carbone equivarrebbero così alla quasi totalità delle emissioni di CO2 di tutti i 28 paesi dellUnione Europea.

Fotovoltaico, quale futuro?

Dove andr�? il fotovoltaico senza incentivi? La domanda è d’obbligo dal momento che il supporto pubblico al settore sta per esaurirsi. A tirare le somme sull’andamento del settore e a ipotizzare le stime di sviluppo il Solar Energy Report del Politecnico di Milano che sar�? presentato il 16 aprile, di cui GreenBusiness vi propone un’anteprima.

In un quadro globale di crescita nell’ordine del 3-9% rispetto al 2012, l’anno in corso potrebbe concludersi in Italia con un livello di installato tra gli 1,5 e i 2,2 GW, decisamente inferiore rispetto al 2012.
Riduzione delle tariffe e modifiche relative alle modalit�? di accesso all’incentivazione seguite all’introduzione del Quarto e del Quinto Conto Energia sono alla base della contrazione del mercato, destinato a ridimensionarsi ulteriormente nel 2014, quando in assenza di incentivi si prevede una potenza installata inferiore al GW (–74% rispetto al 2012).
Il Quinto Conto Energia si esaurir�? infatti sicuramente al più tardi nel corso del secondo semestre 2013. Secondo le stime il limite dei 6,7 miliardi di euro potrebbe essere raggiunto gi�? alla fine di giugno 2013, con una conseguente chiusura del sistema incentivante entro la fine di luglio 2013, trascorsi i 30 giorni stabiliti dal Decreto 5 Luglio 2012. L’effetto del Secondo Registro potrebbe però anticipare il raggiungimento del limite di spesa a giugno o, addirittura, a maggio 2013.

Bilancio positivo per gli Stati Generali della green economy

Più di 1.500 partecipanti, circa 40 relatori, due ministri. Gli Stati Generali della Green Economy, la due giorni dedicata alleconomia verde, si sono conclusi e hanno indicato una road map verso la sostenibilità scandita dalle 70 proposte emerse dal lungo processo di partecipativo che ha visto coinvolti più di 1.000 esperti che hanno lavorato su otto temi strategici.
Promossi dal ministero dellAmbiente e da 39 organizzazioni di imprese green con il supporto tecnico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, gli Stati Generali della Green Economy hanno confermato che in Italia la nuova economia verde costituisce il settore più innovativo che crea occupazione, contrasta la recessione ed è proiettato sui mercati internazionali.
«Il successo degli Stati Generali della Green Economy ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile per l’ampio coinvolgimento di diversi settori, organizzazioni e imprese, per l’efficacia della piattaforma unitaria di 70 proposte, per il consenso ampio raccolto negli interventi di esponenti oolitici, sindacali, imprenditoriali, apre in Italia una nuova fase. Mille rivoli si sono incontrati e hanno dato vita ad un fiume, il fiume della green economy che comincia a scorrere anche in Italia. Questo fiume non scomparirà, ma si farà vedere e sentire come forza reale per affrontare la crisi italiana e aprire nuove possibilità di sviluppo».
Una delle 70 proposte, la tesi 46 che prevede di “promuovere unazione specifica per il sostegno allo sviluppo delle rinnovabili termiche”, è diventata già oggi operativa con il nuovo decreto sugli incentivi alle rinnovabili termiche destinati alle famiglie e alla pubblica amministrazione come annunciato, nel corso della sessione finale degli Stati Generali della Green Economy, dal ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera.
Secondo il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, i 70 punti indicati dal Programma di sviluppo di una green economy “possono costituire una road map verso lo sviluppo sostenibile e la green economy in Italia può essere una chiave per uscire dalla crisi”.
Leconomia verde in Italia sta mostrando già segnali positivi, nonostante permangano alcune debolezze. Secondo il Rapporto “Green Economy per uscire dalle due crisi” tra i risultati più green i 193 corsi universitari in economia verde, i lavoratori nelle eco-industrie in crescita, il settore delle rinnovabili che impiega già oltre 108 mila lavoratori, le più di 4.500 le aziende di agricoltura biologica – il più alto numero in Europa -, i costi di smaltimento dei rifiuti molto bassi nelle Regioni che hanno scelto la raccolta differenziata spinta.
Gli otto i settori individuati come strategici per lo sviluppo di uneconomia verde sono: strumenti economici; ecoinnovazione, ecoefficienza, riciclo e rinnovabilità dei materiali, efficienza e risparmio energetico; fonti energetiche rinnovabili; tutela e valorizzazione dei servizi degli ecosistemi; filiere agricole di qualità ecologica; mobilità sostenibile.

I cinque pilastri della mobilità sostenibile

Nel 2050 sulle strade viaggeranno 2 miliardi di veicoli in più e raggiungeremo così i 4 miliardi di auto circolanti. Già nel 2010, la Cina ha registrato il più lungo ingorgo al mondo: 11 giorni. Il modello di mobilità che abbiamo conosciuto fino a oggi non è più sostenibile, e sono necessarie partnership cross-settoriali per sviluppare nuove soluzioni di trasporto. Se ne è parlato alla sede del prestigioso quotidiano britannico The Guardian, in un evento sponsorizzato da Ford.
In questa videointervista, uno dei relatori del dibattito, Fabio Orecchini (coordinatore della sezione Sistemi per lEnergia e la Mobilità del Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile dellUniversità di Roma La Sapienza) espone i fondamentali del proprio approccio allapporto che le energie possono offrire allo sviluppo di un nuovo modello di mobilità sostenibile. Un mondo in cui telecomunicazioni, elettricità, energia e trasporti dovranno integrarsi in una sorta di rete delle reti.

Se l’energia finisce nel cestino

Viviamo tempi in cui le parole d’ordine sono, sempre più spesso, efficientamento e risparmio energetico. Eppure, in Italia, oltre 900 mila kWh di energia, equivalenti alla produzione di 50 mila pannelli fotovoltaici in un’ora, vengono letteralmente buttati nella spazzatura ogni anno. È questo ciò che emerge da una ricerca realizzata grazie a una collaborazione tra Duracell e l’European recycling platform (Erp) sulle batterie usate. E si tratta solamente della punta dell’iceberg, visto che il calcolo è stato realizzato solamente sulle batterie conferite correttamente verso il riciclo, che rappresentano un quarto del totale di quelle acquistate. Il motivo di questo spreco si deve al fatto che una pila su tre viene buttata con ancora il 40% di energia disponibile al suo interno. Ciò accade perché alcuni dispositivi ad alto consumo, come le fotocamere digitali, smettono di funzionare quando ancora la batteria ha a disposizione il 60% della sua energia e può essere utilizzata per far funzionare altri apparecchi, come i giocattoli, le sveglie o i telecomandi. In tempi di crisi, quindi, riutilizzare i propri dispositivi di alimentazione su diversi apparecchi prima di eliminarli è sicuramente utile e la controllata di PG mette a disposizione dei consumatori la propria competenza e illustra sul proprio sito le soluzioni, le strategie e i piccoli trucchi per evitare gli sprechi (vedi un esempio nel grafico).

Per Aper, la green economy richiede più coraggio

I recenti Stati Generali della Green Economy di Rimini hanno posto sotto i riflettori un settore cresciuto negli ultimi anni a una velocità totalmente in controtendenza rispetto al generale contesto nazionale di recessione. Le imprese italiane, insieme a quelle dei partner europei, hanno assunto un ruolo guida nello scenario internazionale. D’altra parte non sarà più possibile invertire la tendenza: come sostenuto in tanti degli interventi delle due giornate riminesi, nel nostro futuro non ci potrà essere sviluppo economico in assenza di sostenibilità ambientale. Parlare di green economy come di un settore diverso dagli altri diventerà un controsenso, in quanto tenderà progressivamente a coincidere con l’intera economia.
Affinché questa previsione diventi realtà sono però ancora molti i tasselli da sistemare e le 70 proposte presentate a Rimini ne sono una testimonianza. Aper ha avuto un ruolo attivo nelle proposte elaborate, in particolare per il comparto dell’energia da fonti rinnovabili, diventato leader nella green economy grazie al successo delle politiche dell’Unione europea in termini di obiettivi vincolanti. Giova ricordare come i target europei fossero inizialmente temuti e avvertiti come troppo ambiziosi, salvo poi rivelarsi, viceversa, addirittura prudenti.